La video-intervista a Paolo Fresu

Fra i protagonisti che hanno animato la prima parte del Torino Jazz Festival c’è stato il trombettista Paolo Fresu, raccontato in questo Speciale Autunno in Musica nella video-intervista di Marco Aruga.

Videointervista a Paolo Fresu, a cura di Marco Aruga

Pensiamo a Paolo Fresu come ad una persona immersa nella musica, ma capace – con il suo elemento vitale – di giocarci, di governarlo, di trarre esperienze di vita e professionali non comuni, e tutte utili a scolpirne un profilo a cui è ormai irrinunciabile far riferimento, se si vuole comprendere la musica italiana contemporanea.

É l’approccio appassionato la cifra del carattere di Fresu che più ci colpisce, la volontà di lasciarsi coinvolgere, la prima testimonianza della sua azione, che così tanti frutti ha lasciato nel corso di questi anni.

La sua apertura alla collaborazione – con altri musicisti, di diversa provenienza ed ispirazione, o con altri artisti, di diverse discipline – da connotato distintivo della carriera diviene qualcosa di più importante: una irrequietezza vitale di fondo che lo porta a superare ostacoli, ma anche ad imporsene dei nuovi da superare.

Fresu ha descritto la sua carriera come un percorso – lungo ed importante – che lo ha portato dal suonare in contesti diversi, e talvolta poco permeabili, al formarsi di progetti propri, dal quintetto storico ad altre esperienze, dove ha maturato scelte e precisato il suo linguaggio.

Un lineare tragitto che non ha mai tralasciato il rischio dell’avventura. Una esuberanza artistica, manifesta in una pletora di produzioni, che non ha mai sacrificato nulla alla ricerca della qualità, con un occhio particolare all’allargamento delle propaggini di conquista del suo linguaggio.

Se è vero che ha incrociato felicemente i territori della musica antica come della contemporanea, e con trasporto indagato e proposto legami con varie world music, da quella della sua terra di origine, a quella più remota, ha concretizzato in Tŭk Music – la casa discografica che ha creato – uno sforzo ulteriore, quello di rendere disponibile a giovani musicisti, oltre al suo patrimonio di esperienza, anche concrete opportunità di crescita e scambio, ed un trampolino di lancio.

Il Festival “Time in Jazz”, che ha luogo a Berchidda, sua città natale, di cui è Direttore artistico, è una naturale espressione della sua attitudine totalizzante, ed una piccola utopia realizzata. Ogni anno, con il suo crescente successo (nasce nel 1988), una acquisita dimensione internazionale, ed una visione “interdisciplinare”, atta ad accogliere felici contaminazioni tra musica ed arte nella sua accezione più ampia, il festival è pronto a diffondersi nel territorio, alla scoperta di luoghi inconsueti, e persino negletti, da consacrare al Jazz.

Il trombettista sardo è stato anche motore anche de “Il jazz italiano per L’Aquila” il 6 Settembre 2015, un memento collettivo, ma soprattutto un evento che ha movimentato 60.000 persone in nome della solidarietà e del Jazz.

In Fresu riconosciamo l’artista moderno, colui che, forte di una variegata e solida potenza espressiva, è capace di costruire i presupposti per far muovere – in là ed oltre – i confini degli spazi da lui frequentati.

Catalizzatore e propulsore, entusiasta ed appassionato: unità e diversità. Come una delle citazioni raccolte e presentate sul sito ufficiale di Tŭk Music: “l‘uomo è un piccolo mondo” (Democrito).

Paolo Fresu, con Daniele Di Bonaventura ed il CBS Trio (Alessandro Chiappetta, Mauro Battisti e Donato Stolfi) sono stati ospiti del Torino Jazz Festival 2020, nella serata di giovedì 27 agosto.

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