Due mostre a Stone Oven House, a Rorà. Il 19 novembre inaugurazione di  Intime Trame di Antonella Di Dedda

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    19/11/2022 - 16/12/2022

    Stone Oven House
    Via Maestra 4 - Rorà

    Sabato 19 novembre alle 15 alle 20, a Stone Oven House si inaugura la mostra personale Intime Trame di Antonella Di Dedda, psicologa fototerapeuta e artista tessile.

    Le sue creazioni sono dolci composizioni di tessuti e indumenti di seconda mano, fotografie vintage e libri che sarebbero andati al macero, su cui l’artista ricama prose o poesie. Antonella crede fortemente nel potere del riuso e della forza che ci può essere nel ridare vita agli oggetti.

    “Due anni fa ho sentito la necessità di indagare il percorso di emancipazione femminile rispetto al sistema patriarcale che caratterizza la nostra società.
    Ho deciso in primis di rendere omaggio a coloro che hanno lottato, seppur in momenti diversi della storia, per avere maggiori diritti ed uguaglianza.
    Ho parallelamente lavorato sulla mia storia personale cercando dentro di me e al di fuori, parole che potessero darmi conforto e supporto, rispetto a ciò che il mio corpo e le mie emozioni mi chiedevano costantemente.
    Punto dopo punto, le domande che mi ponevo sono diventate immagini, corpo tessuto, colori e fibre.”

    Antonella Di Dedda è psicologa fototerapeuta, attualmente anche in formazione come arteterapeuta. Ha iniziato ad avvicinarsi al filo sin da piccola, quando, per imitare sua madre, ricamava a punto croce. Solo da adulta inizia però a capire la potenzialità del ricamo e inizia ad inserirlo nei suoi collage analogici. Il filo diventa un linguaggio simbolico che le permette di connettere le sue emozioni con le immagini che ritaglia, cuce e incolla. Decide di passare al materico, iniziando, durante il periodo della quarantena, a ricamare un piccolo libro che racconti la sua biografia attraverso tessuti, lane e cotone. Sperimenta altre tecniche quali telaio e latch hooking. Dal 2020 conduce vari laboratori espressivo-creativi attraverso l’utilizzo della fiber art e ha partecipato a mostre collettive e personali in diversi spazi, come lo Spazio Alda Merini e Le arti possibili di Milano.

    Sarà inoltre possibile anche visitare la mostra Il Riposo dei Venti di Simon Lambrey, artista visivo e scienziato francese.

    “Venti violenti hanno sempre soffiato nel mondo a intermittenza, nelle crisi, negli accessi di rabbia o di follia, portando guerre, tempeste, attacchi su piccola o grande scala. Sono brutte raffiche che si rompono e feriscono. Ma quando i venti decidono di prendere congedo dal mondo, cosa succede? Cosa succede alle persone e ai corpi quando si fermano i temporali, i tornado e gli uragani? Nella mostra Il riposo dei venti, Simon Lambrey esplora l’idea che questo momento di riposo dei venti sarebbe il momento della ritrovata alterità. In quattro parti, e in quattro luoghi dello spazio espositivo, Simon Lambrey evoca la questione delle vittime e del gruppo anonimo che costituiscono la nostra memoria, la questione della consolazione e del concetto di cura, la questione della scoperta dell’altro in quanto diverso nel suo aspetto, nelle sue azioni e nel suo pensiero, e infine la questione dell’incontro con l’altro in sé. Da un lato Il riposo dei venti guarda al mondo con ottimismo. Ma d’altra parte, la mostra sottolinea tacitamente la fragilità della tregua e quindi la necessità di cogliere ogni momento di riposo.”

    Simon Lambrey nasce nel 1975 in Piccardia, Francia. Formatosi molto giovane nella modellazione e nella scultura diretta della pietra alla scuola di belle arti di Beauvais, esita ad impegnarsi nel settore artistico e dopo la maturità opta per gli studi scientifici. Nel 1995 entra a far parte dell’Ecole normal supérieure de Lyon. Nel 2005 sostiene un dottorato di ricerca in Scienze Cognitive sulla percezione dello spazio e successivamente si occupa del tema della deregolamentazione dell’immagine mentale dello spazio del corpo, della sensazione di presenza e del concetto di spazio personale e interspazialità nelle interazioni sociali.

    Durante tutti suoi studi e la sua attività scientifica, Simon Lambrey ha continuato la sua formazione e carriera artistica. Ha appreso le tecniche dell’engobing e delle cotture primitive, ha studiato modellismo vivendo al Working Men’s College di Londra e ha praticato l’intaglio del legno e la saldatura dei metalli. Ha partecipato a diverse mostre collettive.

    Nel 2012 Simon Lambrey decide di tralasciare l’approccio scientifico e di concentrarsi su una ricerca essenzialmente plastica.

    Oggi Simon Lambrey vive e lavora a Parigi.

    Entrambe le mostre Intime Trame e Il riposo dei venti saranno visitabili previo appuntamento in qualsiasi giorno fino al 19 dicembre. 

    Stone Oven House
    Stone Oven House (o in italiano Casa col Forno), un progetto di Claudia Beccato e Sergey Balovin, è una piattaforma annuale interdisciplinare, nata nel 2017 nel contesto rurale alpino della storica comunità di Rorà. Una residenza pensata per ospitare artisti e persone diverse in un ambiente accogliente e domestico in armonia con la natura.  Stone Oven House dalla sua fondazione ha ospitato un centinaio di artisti internazionali. È casa, luogo di lavoro e rifugio. Ora è un luogo sicuro per chi scappa dalla guerra in Ucraina e chi lascia la Russia perché contesta il potere. Qui russi e ucraini convivono e collaborano sotto lo stesso tetto. In questo contesto doloroso la residenza è uno spazio sicuro per la libera espressione e i lavori vengono curati cercando di mantenere l’equilibrio generale nel rispetto della natura intima e domestica del luogo che è innanzitutto una casa.

    Per approfondire: www.stoneovenhouse.com