Barriera presenta TunState di Aslı Çavuşoğlu

    06/11/2022 - 17/12/2022

    Associazione Barriera
    Via Crescentino 25 - Torino

    Barriera presenta TunState di Aslı Çavuşoğlu, a cura di Sergey Kantsedal assistente alla curatela Yuliya Say, con il supporto di SAHA Association.

    Dal 6 novembre al 17 dicembre.

    Inaugurazione: domenica 06/11/2022, ore 10.00 – 13.00

    La criptobiosi è uno stato in cui entrano alcuni organismi quando si trovano ad affrontare condizioni ambientali avverse, come temperature estreme o fluttuazioni nei livelli di salinità, ossigeno e umidità. Nello stato criptobiotico le normali funzioni metaboliche si arrestano attivando un meccanismo di autoconservazione che manda l’organismo in uno stato indefinito di sospensione.

    Quando le condizioni ambientali tornano a essere ospitali, l’organismo riprende il suo normale ciclo di sviluppo, riproduzione e riparazione. La criptobiosi può essere osservata nelle artemie, nel lievito, in molte varietà di semi e nei tardigradi, organismi acquatici microscopici il cui stato criptobiotico, il tun state, dà nome alla mostra di Aslı Çavuşoğlu.

    TunState costituisce una potente metafora e una provocazione giocosa, chiedendoci di considerare i diversi modi in cui le creature, umane e non, reagiscono alle minacce esistenziali e alle condizioni inospitali. In tempi in cui gli scenari apocalittici alimentati dalla guerra imperante, dalle devastazioni del capitalismo globale e dall’irreversibile degrado ecologico proliferano sui media, Aslı Çavuşoğlu rivolge la sua ricerca artistica all’investigazione delle istanze di resilienza e rigenerazione della natura.

    Con una nuova serie di opere, Çavuşoğlu prosegue la sua esplorazione di lunga data delle storie, delle proprietà e degli stati dei materiali. Inizia con la bursera fagaroides, un albero originario del deserto di Sonora, che si estende in alcune parti del sud-ovest degli Stati Uniti e del Messico settentrionale, e il cui habitat è messo a repentaglio dai cambiamenti climatici.

    In risposta alla scoperta di una fonte affidabile di umidità, l’albero perde la corteccia per crescere. Lembi di quest’ultima rimangono appesi al tronco finché non cadono come pelle scorticata. Çavuşoğlu ha viaggiato nel paesaggio desertico del Messico collezionando questi fragili frammenti. In seguito ha lavorato a stretto contatto con un restauratore di carta per ricavarne una superficie stabile sulla quale tracciare dei. L’artista disegna motivi ispirati ai calzini fatti a mano in Anatolia, dove le narrazioni di migrazioni e disastri naturali vengono tradotte in forme astratte: un mestiere e una grammatica visiva scomparsi da tempo.

    La corteccia recuperata della bursera fagaroides ricorre nelle opere della mostra, insieme a carta fatta a mano, pelle e ossidiana, creando connessioni con altri materiali naturali – fibre d’albero, pelli di animali e vetro vulcanico – che rappresentano storie, processi e temporalità di trasformazione specifici. Un’opera come TINA (2022) – in cui pelle, disegni e carta a base di corteccia vengono messi insieme per formare un libro a fisarmonica – è influenzata da casi documentati di mummificazione naturale in condizioni climatiche estreme (come nel caso di Pompei dopo l’eruzione del Vesuvio e quello di Ötzi, ritrovato in un ghiacciaio in Alto Adige) e prende sfacciatamente di mira l’ormai famigerata frase della conservatrice Margaret Thatcher: there is no alternative. In un altro lavoro, Holy Stick (2022), Çavuşoğlu ripropone uno slogan di un altro luogo e momento storico, La nostra casa è in fiamme di Greta Thunberg, in cui assembla e brucia bastoncini di Palo Santo, che deriva da un altro albero della famiglia Bursera (la bursera graveolens). Attraverso le parole che incide sui pezzi di legno prima di bruciarli – House/Has/ Burned/Bad/Energy/ Gone – l’artista sottolinea l’ironia del fatto che il Palo Santo viene abbattuto in modo incontrollato e irresponsabile in Perù, in Colombia e in Messico per soddisfare la richiesta internazionale di quest‘albero promosso dall’industria del benessere come agente purificante per i suoi usi sciamanici e curativi in tutto il Centro e Sud America.

    Abitando nel Mediterraneo orientale l’artista si è interessata anche al pinus brutia. Testimone dei rapidi cambiamenti climatici e dei movimenti dei popoli, negli ultimi anni l’albero è stato vittima di numerosi incendi. Dalla corteccia di questi pini Çavuşoğlu estrae i pigmenti che usa per tingere i tessuti. La stoffa viene poi sospesa in verticale come una colonna, rievocando gli stessi tronchi da cui deriva il pigmento. La trasmutazione di specifici materiali di provenienza regionale e il loro utilizzo come forma visiva connotativa risuonano con la stessa forza nel caso di Lambadistrion (2022). Qui, delle perline di labdano, la resina profumata originaria di Creta, vengono infilate in una struttura di legno e filo che ricorda la frusta tradizionalmente usata per raccogliere la resina a cui fa riferimento il titolo dell’opera. Come i disegni sulla carta a base di corteccia della bursera, anche i motivi delineati dalle perle di labdano sospese imitano quelli dei tessuti anatolici, richiamando le migrazioni dei popoli e le trasformazioni ambientali. Le tracce e le traiettorie migratorie sono ugualmente centrali nella ricerca condotta da Çavuşoğlu nel deserto di Sonora, una via di transito tra il Messico e gli Stati Uniti, dove molti, privi dei documenti necessari, tentano di attraversare il paesaggio sabbioso indossando scarpe speciali che non lasciano tracce. Çavuşoğlu ha acquistato alcune paia di queste scarpe-tappeto durante un viaggio in Messico e le ha utilizzate per fare dei segni sull’amatl – un tipo di carta prodotta nello Stato di Puebla in Messico da ben prima della colonizzazione – con una polpa ricavata dalla parte interna della corteccia dei fichi e dei gelsi.

    Con questa mostra Çavuşoğlu sovverte il nichilismo e l’allarmismo dei media e dei discorsi populisti che generano un senso di impotenza e di mancanza di possibilità di fronte alla crisi. La capacità di trasformarsi attraverso stati materiali e metabolici viene messa a fuoco come meccanismo chiave dello spirito di adattabilità che consente di sopravvivere e trovare metodi alternativi di stare al mondo. (Rattanamol Singh Johal)

    In occasione dell’inaugurazione verrà presentato il catalogo della mostra in forma di giornale. La pubblicazione include testi a firma di Kit Hammonds, Milovan Farronato e Sergey Kantsedal.

     

    Evento di Artissima

    6 November 2022, 14.30-15:30.
    Artist Talk: State of Tun
    Milovan Farronato in conversazione con l’artista Aslı Çavuşoğlu.

    Associazione Barriera è un’associazione non-profit per l’arte contemporanea fondata nel 2007 a Torino da un gruppo di collezionisti. Attraverso una serie di iniziative, mostre ed eventi, lo spazio crea occasioni di dialogo tra artisti, curatori, collezionisti e favorisce contaminazioni con altri ambiti culturali.

    Barriera promuove strategie curatoriali volte a incoraggiare i giovani artisti nella ricerca e a orientare quest’ultima verso una produzione che risponda alle specificità dello spazio a partire da un processo di condivisione. Barriera è a cura di Sergey Kantsedal e Yuliya Say.

    Via Crescentino, 25. 10154 Torino
    Email: associazione.barriera.torino@gmail.com Website: www.associazionebarriera.com
    Facebook: www.facebook.com/associazionebarriera/ Instagram: www.instagram.com/associazionebarriera/

    Orario di apertura: su appuntamento