La Dia Art Foundation, a Beacon, New York (USA) ha allestito una sala permanente interamente dedicata al lavoro di Mario Merz.
In mostra recenti acquisizioni della Dia insieme a prestiti provenienti dalla Fondazione Merz e da collezioni statunitensi.
“Una sala dedicata a Mario Merz alla Dia Beacon, un progetto a cui teniamo molto e a cui stiamo lavorando da tempo, finalmente si è realizzato. La Dia come altre istituzioni dell’arte contemporanea ha riaperto al pubblico da poco e noi siamo felici di far parte di questa nuova vita” ha sottolineato Beatrice Merz.
Dal sito della Dia Art Foundation, a Beacon, New York (USA):
La Dia Art Foundation presenta una mostra a lungo termine del lavoro di Mario Merz, che aprirà nell’autunno 2020, al Dia Beacon di Beacon, New York. Caratterizzato da recenti acquisizioni, la mostra comprende Teatro cavallo ( Horse Theatre , 1967) e Tavola spirale ( Spiral Table, 1982) accanto a prestiti storici da collezioni negli Stati Uniti e dalla Fondazione Merz di Torino. Utilizzando materiali organici e industriali riciclati, l’artista ha sviluppato un’iconografia altamente fantasiosa e ha rifatto forme senza tempo, come l’igloo e il tavolo, in installazioni che immaginano l’interdipendenza tra individui, società e ambiente naturale. Dalla fine degli anni ’50 alla metà degli anni ’80, la mostra rivisita le forme e i motivi chiave di Merz, l’uso distintivo del neon e lo spiegamento della sequenza di Fibonacci – dove ogni numero è uguale alla somma dei due che lo precedono – per la struttura delle sue installazioni . Questa sarà la sua prima presentazione istituzionale solista negli Stati Uniti da anni.
Merz è stata una figura centrale nel movimento dell’Arte Povera emerso in Italia alla fine degli anni ’60. Formalmente legata al postminimalismo negli Stati Uniti e alla Mono-ha (School of Things) in Giappone, l’Arte Povera ha sfidato i valori tradizionali posti sugli oggetti d’arte dissolvendo la scultura in performance. A tal fine, Merz ha perseguito installazioni che sono allo stesso tempo autonome e illimitate, utilizzando la sequenza di Fibonacci come simbolo e struttura, e impiegando materiali molto diversi come frutta, ramoscelli, cera, catrame, fili e tubi al neon, che a volte enunciano aforismi politici e altre volte si innestano nell’architettura che li ospita.
Mario Merz è reso possibile dal notevole supporto di Cindy e Howard Rachofsky. Supporto aggiuntivo fornito da Nicolo Cardi, Raymond Learsy e Martin Z. Margulies. Un ringraziamento speciale a Fondazione Merz e Lite Brite Neon. Frutta e verdura sono una collaborazione con Fareground Community Kitchen, Field and Larder Farm e Obercreek Farm.