Omaggio a Riccardo Dalisi, designer, architetto, artista, recentemente scomparso

Riccardo Dalisi, poeta della forma e del pensiero, designer, architetto, artista, è scomparso sabato 9 aprile, a 91 anni.

In suo omaggio, Contemporaryart ripropone la video-intervista realizzata da Marco Aruga per la sua rubrica ARTSCAPES.

Riccardo sognava anche di giorno: i poeti descrivono i loro tormenti, i loro desideri, le loro paure e le loro gioie. Dalisi li sognava, li immaginava e li costruiva. Vivevano nel suo studio, come nella sua mente, sembravano muoversi con lui, quando lui si muoveva. Si nascondevano nel suo sorriso.

Se un poeta si ciba di parole, Dalisi si cibava del mondo intero. Tutto è degno di partecipare alla danza della sorpresa, della curiosità, della narrazione, e del gioco. Perché il gioco è l’esperienza più alta.

La porta sul piccolo terrazzo si apriva alla luce del Golfo di Napoli – “Ecco, quella è Capri” – e la luce riempiva lo studio, e dalla porta entrava tutta la città: le voci dei bambini, il sorriso della gente, i colori, i rumori, l’ironia, la piccola cosa dimenticata, la ruggine e il luccichio, il sacro e il profano, l’esagerazione, il teatro di ogni giorno.

Le leggende, la storia, la gente gli raccontava storie che lui popolava con il suo piccolo esercito di latta, le sue case di cartone, le sue automobili di sogno.

Attraversare il suo studio era una vera esperienza; poteva cogliere l’impressione di essere dei giganti in visita ad un piccolo universo di mondi paralleli.

Mille scenari si aprivano ad ogni angolo, personaggi grandi e piccoli reclamavano attenzione, e sembravano pronti a raccontare una storia.

Lo scultore qui era forgiatore e narratore, capace anche di giocare con gli archetipi e con i riferimenti ideali. I suoi personaggi, come i suoi modelli, potevano essere letti come metafore dell’umanità, fragile e capace di slanci oltre misura, buffa e seria, colta con empatia nel suo libero manifestarsi.

Fermarsi per osservare una piccola scultura era come leggere la prima pagina di un libro, che si aveva voglia di sfogliare, e che si trovava ora tutto nella nostra testa. Ad accompagnarci sull’uscio della porta della fantasia, a braccia aperte, era proprio l’artista, armato di piccole cose, che facevano scatenare la scintilla.

Una caffettiera, nelle nostre mani ogni giorno, nelle sue diveniva la sua musa, il mito da celebrare: la ricerca su questo oggetto gli valeva nel 1981 il primo Compasso D’oro, ed un nuovo riconoscimento nel 2014 lo premiava per l’attività tutta e per la carriera.

Erano protagonisti del suo lavoro oggetti e materiali poveri, ma – come ebbe ad evidenziare Joseph Beuys, suo illustre visitatore in situ – è da essi che l’artista sapeva trarre l’energia contenuta e nascosta, assurgendo a nuova dignità. Processati dalla creatività, sapevano sprigionare poesia.

Ma i suoi lavori erano tutti elementi di un gioco più grande: quello che prevedeva l’incontro con gli altri. Nuovamente in assonanza con Beuys, “ognuno è un artista” e allora perché non usufruire del privilegio di condividere, ed andare incontro ad ognuno?

Il potere maieutico di Dalisi, la sua naturale forza catalizzatrice, poteva trovare la scintilla per strada, tra la gente, nell’incontro con i bambini, nel colloquio con gli anziani del quartiere, nello scambio fruttuoso con gli artigiani, generando inattese traiettorie per il proprio progetto artistico, ed instillando nuove idee nei percorsi altrui. È questo uno dei processi creativi più vitali che sia dato di raccontare: coinvolge saperi e scenari antichi, slanci ed immaginazione di chi di solito viene escluso dal processo creativo.

L’artista manifestava una sottile confidenza con l’altro da sé, e si muoveva con leggerezza, per un gioco che diveniva rappresentazione, con la fiducia però di poter incidere, creare e far emergere la poesia in circostanze e situazioni disagiate, per far riverberare il sole di Napoli in qualche “angolo buio”, scintillante sulle sue sculture.

Era anticipatore di una considerazione a tutto tondo dell’attività dell’artista: centro di energia per la comunità, baricentro di una rete di relazioni sociali, motore di cambiamento e di creatività.

Architetto e designer per formazione, ridefiniva la scala del suo intervento ed affrontava più discipline, che certamente non vedeva confliggere tra loro, ma in fecondo scambio: architettura e design, ma anche scultura e pittura, scrittura e poesia…

Uno slancio sincero che si cibava di energie sprigionate nel ‘900, e le spingeva verso il nuovo secolo, con forza e gentilezza.

LINK

Intervista (Nuova Accademia di Belle Arti – Milano)

http://www.youtube.com/watch?v=7UMPdLLq8Js

Cersaie 2013: Riccardo Dalisi “Lezione Rovesciata” / Lesson in Reverse

http://www.youtube.com/watch?v=HS_wKhWFn7I

Riccardo Dalisi – Design Ultrapoverissimo

http://www.youtube.com/watch?v=FC7l11LEYss

Per altri servizi, interviste e videointerviste di Marco Aruga, potete inserire la parola chiave “aruga” nella pagina di ricerca [search] in alto a destra, o visitare le playlist di Artscapes [https://youtube.com/playlist?list=PLTex8wGlfxcLgjt3fRa-vdEbDUvMvK5PO] e Soundscapes [https://youtube.com/playlist?list=PLTex8wGlfxcLke0GI1NJ1Ke9I9EJbgVT2] nella pagina di Youtube dedicata a ContemporaryArt Torino Piemonte [https://www.youtube.com/user/BlogContemporary]