Alla Galleria Sabauda di Torino è visitabile l’opera The ballad of forgotten places, un progetto realizzato dagli artisti Botto&Bruno, promosso dalla Fondazione Merz, vincitore della terza edizione del concorso Italian Council (2018), ideato dalla Direzione Generale Creatività contemporanea e Rigenerazione urbana del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.
L’opera entra a far parte delle collezioni dei Musei Reali ed è stata allestita al primo piano della Galleria Sabauda, nella Sala degli Stucchi: la scelta non è casuale, considerato che la sala è caratterizzata da un’esuberanza decorativa di stampo neobarocco in grado di esaltare lo sguardo dell’osservatore, inducendolo ad una riflessione sul tema della memoria e della cura delle tracce del tempo.
L’installazione riunisce le tracce ed i segni dello scorrere inesorabile del tempo, nonché delle culture che l’hanno modellata, ispirata e costruita, e rispecchia la visione dei suoi realizzatori, artisti da sempre interessati al tema della marginalità dei luoghi e della loro cura e conservazione.
Il nostro tempo non produce più rovine perché non ne ha il tempo e così l’installazione viene concepita dagli artisti come una vera e propria rovina contemporanea, le cui pareti esterne costituiscono i resti di un’architettura modernista e dell’utopia che ne rappresenta.
Infatti, The ballad of forgotten places è realizzata come una struttura praticabile al cui interno, dalle pareti al pavimento, si dispiega l’immagine di un paesaggio suburbano denso di ossidazioni, macchie e reperti; al centro dello spazio, sopra un basamento, un libro d’artista di trecento pagine raccoglie fotografie scattate in venti anni di lavoro, modificate pittoricamente con la stessa tecnica delle immagini a parete, che testimoniano luoghi scomparsi, alterati e dimenticati.
L’idea è quella di una casa che seppur fragile, diroccata, sia in grado di proteggere la memoria di questi luoghi perduti in modo da costruire le basi per un nuovo e più costruttivo approccio legato alle problematiche ambientali.
Come in un gioco di scatole cinesi, il museo che ospita l’opera ha il compito di proteggere questa rovina, che a sua volta ha la responsabilità di conservare e trasmettere la memoria di luoghi fragili e dimenticati. The ballad of forgotten places si configura così come una profonda riflessione sulla contemporaneità e sul ruolo dell’arte quale strumento, non solo di lettura o narrazione della società, ma anche indispensabile motore di trasformazione estetica del presente.
La collocazione dell’installazione di Botto&Bruno ai Musei Reali rappresenta la tappa conclusiva di un viaggio che ha raggiunto Atene (National Museum of Contemporary Art) per poi spostarsi a Lisbona (Carpintarias de São Lázaro) e Nizza (Pôle De Cultures Contemporaines).