“De Bruyckere” e “Storia di un albero” alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

Agosto offre due mostre alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.

Fino alla fine del mese, “Berlinde De Bruyckere. Aletheia, on-vergeten, 2019”. 

L’installazione ambientale immersiva è stata concepita dall’artista come doppio di un luogo che ha profondamente impressionato la sua immaginazione, un laboratorio per la lavorazione delle pelli ad Anderlecht. Le cataste di pelli appena scuoiate riposano su ampie basi in legno, ricoperte dal sale che le protegge e conserva, circondate da un ambiente abitato da indizi materiali del processo. L’artista ci chiede di misurarci con una immagine estrema, con un ammasso di morte senza nome, che evoca immani tragedie passate e attuali.

L’opera, realizzata per la mostra personale dell’artista Aletheia, è parte della Collezione Sandretto Re Rebaudengo.

Fino al 13 settembre, nella project room, c’è la videoinstallazione “Storia di un Albero”, opera di Flatform.

L’opera è stata prodotta dal Museo Nazionale del Cinema con il sostegno dell’Italian Council del Mibact.

Storia di un Albero è un ritratto e il soggetto è tanto un organismo vivente non umano, quanto il territorio che questo abita da molto tempo. L’opera ha l’ambizione di iscriversi nella ritrattistica, componente fondamentale del corso di tutta la storia dell’arte, riscrivendo, però, la natura del soggetto, le modalità di sviluppo e la tecnica di espressione del ritratto. Infatti, in quest’opera il soggetto è un organismo vivente non umano che viene ritratto tramite immagini in movimento e suoni spazializzati che restituiscono il soggetto ritratto come un ideale testimone di quasi mille anni di storia di un intero territorio.
L’albero al centro dell’opera è una quercia nata circa 900 anni fa, nota anche come la “Quercia dei Cento Cavalieri”, e il luogo è l’area della città di Tricase.

Questo organismo vegetale, contraddistinto tanto da una vita in continua crescita quanto da una fissità inamovibile, è un perenne testimone dello sviluppo di un luogo, quello di sua pertinenza, delle storie che lo hanno attraversato in quasi mille anni e delle culture e delle lingue che si sono succedute e che tuttora coesistono. Sono storie di cataclismi, di espansioni e di crisi economiche, di battaglie, di conquiste tecnologiche e di lotte per l’emancipazione ma, soprattutto, di vita quotidiana. Sono lingue e culture che parlano dei flussi migratori all’origine dello stato attuale dell’Europa.

Il territorio in cui vive questo splendido albero è stato al centro di innumerevoli flussi migratori di cui sono testimonianza le tante lingue ancora oggi parlate: arbaresh, romanès, griku, greco bizantino, ebraico, yiddish, turco, spagnolo, francese e salentino.

La video-installazione presentata alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo è formata da una scultura robotizzata dotata di un videoproiettore che trasmette il film su tutte le superfici dello spazio espositivo. Il film si muove nella sala, a 360° e sui tre assi, scorrendo sulle quattro pareti, oltre che sul pavimento e sul soffitto. In questo modo il movimento delle immagini restituisce, ambientandolo nell’intero spazio espositivo, il lungo piano-sequenza che costituisce il film, riproducendo fedelmente i movimenti che la macchina da presa ha compiuto, tramite droni e steadycam. Il ritratto dell’albero e la storia del territorio diventano una vera e propria pelle interna dello spazio. Tramite la scultura robotizzata, la durata del ciclo di movimenti del videoproiettore dall’inizio alla fine coincide con quella del film, ovvero circa 22 minuti. Il suono, spazializzato tramite 8 fonti sonore disposte nella sala, permette al visitatore di immergersi nel vortice sonoro, oltre che in quello visivo, creato dalla videoinstallazione.

Info e prenotazioni sul sito della Fondazione.