Giovedì 24 febbraio il finissagge di “Mario Giacomelli e Giacomo Leopardi. Poetare per immagini” da PHOS

Ci sono ancora pochi giorni per visitare la mostra che il Centro PHOS di Torino ha organizzato in collaborazione con l’archivio CRAF di Spilimbergo (PN), “Mario Giacomelli e Giacomo Leopardi. Poetare per immagini”. Fino al 28 febbraio.

Finissage giovedì 24 febbraio alle 19. 

Sui canali digitali del Centro Phos saranno presto disponibili le registrazioni delle quattro conferenze concernenti la relazione che la fotografia intrattiene con la letteratura, la teoria della conoscenza e la comunicazione.

Mario Giacomelli si è ispirato di frequente a componimenti poetici. La serie presentata in occasione della mostra presso il Centro PHOS consiste di 34 fotografie vintage intese a rendere in immagine il canto “A Silvia” di Giacomo Leopardi. Tale serie fu ideata dal maestro nel 1964 su proposta del critico e fotografo Luigi Crocenzi nell’ambito di un programma di “traduzione” iconica di testi poetici. Per l’occasione Crocenzi aveva fornito un vero e proprio storyboard e Giacomelli si era impegnato a realizzare le relative fotografie. La sequenza, che aveva fini didattici, andò in onda il medesimo anno durante la trasmissione televisiva “Telescuola”, con accompagnamento della voce recitante di Giancarlo Sbragia.

L’interesse di Giacomelli per la poesia e per la sua trasposizione fotografica non si limitò però a quell’episodio, ma anzi proseguì durante tutto il suo percorso artistico; ne testimoniano le serie di immagini ispirate a componimenti di Eugenio Montale, Edgar Lee Masters, Emily Dickinson, Franco Costabile, Vincenzo Cardarelli, Mario Luzi, Sergio Corazzini e la collaborazione con Francesco Permunian.
In ogni caso, com’è noto, anche al di là della sua passione per la poesia, Giacomelli era interessato ad un approccio lirico e visionario alla fotografia, finalizzato a suscitare sentimenti ed emozioni più che a documentare fatti concreti.
Nel 1988 egli tornò ad ispirarsi alla poesia “A Silvia”, elaborando una seconda serie di immagini in cui adottò un metodo espositivo più dichiaratamente simbolico e metaforico, distante da qualunque tentativo di rendere in maniera diretta gli enunciati del componimento (vedasi l’approfondito studio di Marco Andreani, pubblicato in “Mario Giacomelli. Giacomo Leopardi, l’Infinito, A Silvia”, Silvana Editoriale, 2019).

Quest’ultima sequenza è documentata in mostra dalle pubblicazioni relative. Saranno inoltre visionabili le riproduzioni di alcune lettere dell’epistolario intercorso tra Giacomelli e Crocenzi, e tra quest’ultimo e il Conte Pierfrancesco Leopardi (il materiale fotografico ed epistolare proviene dal Fondo Crocenzi dell’Archivio CRAF di Spilimbergo).

PHOS, Via Giambattista Vico 1 a Torino.