Il fotografo Paolo Pellegrin, un testimone del tempo

Paolo Pellegrin

ARTSCAPES #5, Paolo Pellegrin, testimone del tempo, intervista a cura di Marco Aruga

Paolo Pellegrin, fotografo di Magnum Photos dal 2005. Intervista a cura di Marco Aruga.

Sentire la necessità di muoversi, esserci e testimoniare. Delle volte sentire forte la chiamata e non poter rispondere. Paolo Pellegrin — fotografo di Magnum Photos dal 2005 — si rimprovera di non essere potuto essere presente in Bosnia, un conflitto che aveva avvicinato l’Europa ad altre zone del mondo fragili e tormentate, nel modo e nei termini che il nostro continente sperava di aver dimenticato, e che avrebbe dovuto saper evitare.

Ma da allora è una corsa ininterrotta dentro gli eventi del mondo, innanzitutto sulle linee spezzate e critiche segnate dalla guerra, massima espressione dell’assoluta follia umana, e campo di battaglia delle coscienze — oltre che drammaticamente fisico —. Il Kosovo prima, poi senza soluzione di continuità Iraq, Israele, Palestina ed il Medio Oriente, Haiti, Indonesia, Sudan, Cambogia, … .

E ancora le grandi crisi ambientali e le masse in movimento, le migrazioni, punto di snodo contemporaneo ed eterna scansione dei tempi, ora anche cartina di tornasole della sensibilità umana occidentale, nei confronti del respiro affannoso di chi resta indietro, gravato da ingiustizie, diseguaglianze, drammi millenari.

Pellegrin si muove dentro la storia con passo sostenuto, volontà costante e decisa: l’uomo al centro, il suo occhio intorno, indagatore, partecipe, nel flusso turbinoso degli avvenimenti. Questa corsa insieme, a fianco dei fatti, instaura un dialogo con chi non è presente, chiedendo la sua attenzione: il fotografo romano parla di “fotografia non finita”, per descrivere il fatto che colui che osserva le sue foto è chiamato ad una posizione attiva, focalizzata sull’evento, orientata a porre domande e sostenere l’attenzione, senza il distacco e l’astrazione che spesso risulta dalla fruizione dei mediaquali la televisione.

Fotografia come medium caldo, allora, e la tecnica asseconda le sue potenzialità in questa direzione: lo scatto ci porta ad accompagnare l’azione, nei suoi ritmi “fisicamente” concitati, in altre occasioni — in una sorta di istantaneo e raccolto piano sequenza — unisce in una cornice tutti gli elementi di una storia complessa, oppure si concentra nel dettaglio rivelatore — una parte per il tutto —. A sottolineare questa intenzione, la scelta del bianco e nero, prevalente: quando il colore è “troppo legato al reale”,”il bianco e nero fa coincidere lo specifico con l’universale”, diventando “metafora”.

Che sia la fragilità del creato, o dell’uomo in una delle sue odissee, allo sguardo di Paolo Pellegrin occorre riconoscere una ferma sensibilità, lo slancio etico della “necessità” del documento.

 

Link

Il profilo di Paolo Pellegrin sul sito di Magnum Photos

Paolo Pellegrin e Zerocalcare al MAXXI – Roma – 2018

Paolo Pellegrin – “La mia fotografia ‘non finita’ che evoca e invita il lettore a completarla” – On the road – web – 2017

Paolo Pellegrin – Paolo Pellegrin / Fotografi – Sky Arte