A partire dal 10 novembre, Mémoire de l’Avenir–Arts and Society presenta nei suoi spazi parigini la prima del progetto
Habités par la peur di Riccarda Montenero: 70 opere fotografiche in 5 serie (Gestes de la peur; Désir qui se brise; Mutisme du mot; Panique du corps; Loi du poing),
il video Habillés par la peur di Teresa Scotto di Vettimo con la partecipazioe dell’artista stessa, e il volume editoriale Habités par la peur con i testi di Roberto Mutti, Isabelle de Maison Rouge, Christian Gattinoni, Teresa Scotto di Vettimo.
“Sono le mani a guidarci – scrive Roberto Mutti – e non lo fanno indicando con sicurezza,
afferrando con decisione, accarezzando con sensibilità ma mostrando nella loro tensione muscolare un dinamismo
che si ritrova nelle parole soffocate e non dette, nei tessuti che fanno intravedere quanto vorrebbero coprire, in quegli occhi spalancati che emergono improvvisi, non si sa se più spaventati o spaventosi. Riccarda Montenero ama raccontare con un gusto narrativo che ricorre al simbolismo ma lo fa in chiave ermetica per lasciare
aperta ogni possibilità e far sì che la fotografia si dispieghi in tutto il suo fascino misterioso.”
La paura è un sentimento oscuro, profondo – racconta l’artista -, potente nella sua capacità di modellare i comportamenti, di condizionare le soggettività, di modificare il sentire comune.
La planetaria paura pandemica mi rinvia un’immagine claustrofobica del mondo e difatti – in Habités par la peur – il corpo si esprime brutalmente.
Biografia:
Riccarda Montenero si diploma all’Accademia di Belle Arti di Lecce e si laurea in Architettura all’Università di Torino.
Nei giardini del Palazzo Reale della stessa città sono collocate due sue opere di grandi dimensioni. Oltre ad esporre e a partecipare a mostre ed eventi culturali in Italia e all’estero, a rassegne di cine-video-arte, porta avanti una collaborazione con artisti e intellettuali che sfocia in pubblicazioni editoriali e performances interdisciplinari.
Nel 2011 ha partecipato alla 54ma edizione internazionale della Biennale di Venezia, Padiglione Italia (Piemonte) a cura di Vittorio Sgarbi. Lavora nel campo della fotografia, della scultura e dell’arte digitale 3D. I suoi progetti artistici si collocano in un approccio umanistico, attraverso il quale cerca di far emergere l’invisibile e di metterci di fronte alla violenza con cui si confronta. Collabora, da alcuni anni, con Mémoire de l’Avenir–Arts and Society a Parigi.
Vive tra Parigi e Torino.