In ricordo di Hermann Nitsch

In ricordo di Hermann Nitsch, scomparso il 18 aprile, Contemporaryart ripropone la video-intervista realizzata da Marco Aruga per ARTSCAPES #28, Hermann Nitsch, “Delirio, estasi, catarsi”, pubblicata su questo sito il 24 gennaio 2021.

Il 24 gennaio 2021, l’Accademia Albertina di Belle Arti, aveva conferito il titolo di Accademico d’Onore a Hermann Nitsch, insieme allo storico dell’arte Paolo Giansiracusa e all’attore Sebastiano Lo Monaco. Introduzione ai premiati era stata fatta da Edoardo Di Mauro, Salvo Bitonti e Gabriele Romeo.

 

Iconoclasta, anticipatore, catartico, ripugnante, liberatorio, terapeutico, provocatorio: sono alcuni degli aggettivi che maggiormente ricorrono per descrivere il lavoro di Hermann Nitsch, la cui arte ha certamente segnato il XX° secolo.

Innanzitutto gli strumenti che vengono utilizzati lungo il suo percorso di carriera, e contribuiscono a nettamente definire le manifestazioni del suo pensiero: nelle sue opere d’arte “totali”, che lui chiama “Orgien-und-Mysterien-Spiel” si concretizza un vero rito, spesso molto prolungato, che passa da fasi di violenza esplicita ed anarchia (sacrifici di animali, sangue esibito, nudità dei partecipanti, stati di stordimento e di delirio) a fasi dove la coscienza alterata, purgata da un ritorno dal ritorno ad una fase primaria ed animalesca, aspira a liberarsi, ad acquisire una dimensione più alta, “spirituale”.

L’irrompere sulla scena dell’arte di Hermann Nitsch— vitale e letale, scomposto e conflittuale, controverso ed ambizioso — si muove in “radicale” consonanza con il movimentismo degli anni ’60. Focalizzati su temi quali il corpo, la coscienza, l’oppressione culturale e religiosa, la violenza, Nitsch e gli artisti dell’”Aktionismus” forniscono “plastiche” rappresentazioni di tensioni sopite, di egemonie culturali, di fratture sospese delle società apparentemente “pacificate” da cui provenivano, raccogliendo il testimone dall’espressionismo, innestandovi temi dell’indagine psicanalitica, e lanciandolo verso territori inesplorati, seppur talora ambigui e contraddittori.

Più andiamo avanti, più le prassi artistiche di Nitsch — che gli sono valse anche problemi con la giustizia — si storicizzano, ed acquisiscono valenza anticipatoria nei confronti di altri artisti, che hanno utilizzato nel tempo pratiche “estreme” per veicolare il proprio messaggio.

Ma il contributo dell’artista austriaco non si risolve certo solo in questo. Le ansie, le pulsioni e le aspirazioni che si dispiegano in modo così fragoroso nella sua arte sono costanti della storia umana, ed Hermann Nitsch ci ha probabilmente insegnato a non fingere di non vederle.

“Il centro del mio lavoro è sempre stato la vita, l’essere umano, il movimento, l’essenza dell’essere. Voglio che le persone comprendano il mio lavoro come espressione della grande esperienza dell’esistere, come una realizzazione di vita”.

Hermann Nitsch è stato ospite di Ars Electronica 2019 (per AIxMusic Festival), ed in questa occasione lo abbiamo incontrato.

Link

Il sito di Hermann Nitsch

Il sito del Museo Hermann Nitsch – Archivio Laboratorio per le Arti Contemporanee a Napoli / Fondazione Morra – Istituto di Scienze delle Comunicazioni Visive

Hermann Nitsch – Napoli – Palermo
(Ndr. Sconsigliata la visione ad un pubblico minorenne o sensibile)

Hermann Nitsch’s AKTION 135 at the 2012 Havana Biennial

Hermann Nitsch – Documentario 2012

Bloodlines: The Paintings of Hermann Nitsch – Museum of Contemporary Art in Denver.

 

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