Fino al 25 ottobre, in piazza Bottesini, a Torino, è visibile il manifesto “Arlecchini del paradiso” di Luigi Presicce.
Si tratta della seconda opera vincitrice dell’open call indetta dalla fiera Flashback, il quinto manifesto del progetto Opera Viva Barriera di Milano, ideato da Alessandro Bulgini e curato da Christian Caliandro.
Il tema scelto quest’anno da Flashback, l’arte è tutta contemporanea è Ludens, ispirato al racconto di fantascienza La variante dell’Unicorno di Roger Zelazny e all’opera di Johan Huizinga: il gioco dunque inteso come fondamento della vita umana e della creatività, come approccio fondamentale per la ricostruzione continua del mondo e come attività sacra.
In questo autunno ricco di incertezze ma anche di aspettative, l’autunno di un anno imprevisto, questa immagine ci parla di una felicità ancora e sempre possibile, proprio perché (come ci hanno indicato finora in questo percorso a partire da febbraio Maïmouna Guerresi, Iginio De Luca, Serena Fineschi e Noura Tafeche) dopo ogni sconfitta c’è una ripartenza, dopo che si cade ci si rialza, a livello sia individuale che collettivo; e, nonostante siamo perfettamente consapevoli dei problemi e delle crisi che attraversano la contemporaneità, nonostante le società occidentali stiano mostrando tutte le loro crepe (che il virus ha ampliato e reso ancora più visibili), nonostante tutto questo e proprio per questo non dobbiamo rinunciare al nostro amore appassionato per l’esistenza.
L’importante è conservare la disposizione d’animo corretta: l’apertura cioè all’imprevisto che solo il gioco permette di praticare e di allenare. Questa apertura, questa disponibilità è ovviamente meravigliosa e terribile insieme, angosciante e sublime. Come disse Caetano Veloso all’indomani dell’elezione di Jair Bolsonaro: “Attenti. Tutto adesso è in pericolo, tutto è diverso, anche se resta meraviglioso. Dobbiamo essere vigili e forti. Non abbiamo tempo per la morte”. Oppure, secondo un’altra versione: “Attenzione. Tutto è pericoloso ora. Ma tutto è divino e meraviglioso”.
È quello che afferma anche il manifesto di Luigi Presicce, animato anche da una profonda cultura visiva che si nutre, per esempio, del realismo magico di autori come Massimo Bontempelli, Gino Severini, Alberto Savinio e di quell’attitudine metafisica che è all’origine di ogni arte autenticamente italiana.
Luigi Presicce è nato a Porto Cesareo (Lecce) nel 1976, vive e lavora a Firenze. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Lecce.