Le più bizzarre opere di Land Art visitate attraverso Google Maps

Spiral Jetty, a Rozel Point, Great Salt Lake, nello Utah, opera di Robert Smithson.

Con Google Maps si può andare in giro per il mondo a curiosare e noi lo abbiamo fatto per tutte quelle installazioni artistiche all’aperto nei luoghi più particolari della Terra. Si tratta di un excursus nella Land Art, opere d’arte realizzate in luoghi fisici, in realtà modificate dall’artista per trasformarle in qualcosa di fruibile in loco. Ma per fortuna, grazie alla tecnologia, anche visitabili online.

Per lo più hanno luogo negli Stati Uniti d’America, come il Roden Crater, in Arizona, opera di James Turrell, iniziata nel 1970 e tutt’ora in realizzazione, perché si tratta di una serie di tunnel che permettono di assistere all’andamento del tempo geologico e celeste, all’interno di un vulcano spento.

Poco lontano si trova la Spiral Jetty, a Rozel Point, Great Salt Lake, nello Utah, opera di Robert Smithson. L’artista la realizzò nel 1970, spostando seimila tonnellate di roccia e terra dal bordo del lago, per formare una spirale in senso antiorario.

Sempre nello Utah, stato di grandi parchi e dei mormoni, la moglie di Robert Smithson, Nancy Holt costruì, dal 1973 al 1976, quattro grandi cilindri di cemento, disposti in modo tale da incorniciare l’alba e il tramonto durante i solstizi. Il titolo dell’opera è Sun Tunnels.

Restiamo sempre nel mitico Far West americano, vicino a Las Vegas, nella valle del Moapa, dove nel 1969 Michael Haizer creò Double Negative, una gigantesca trincea con nulla al suo interno: “Non c’è niente lì, eppure c’è una scultura”, ha sottolineato l’artista.

Scendendo verso il Texas, si possono ammirare una serie di cubi di cemento, disposti come fossero un’immensa staccionata, che delimita infatti la sede della Chinati Foundation del compianto Donald Judd, in una ex base militare nella cittadina di Marfa.

Più recente e fuori dagli USA, possiamo andare in Egitto, a Hurgada, nota località turistica sul Mar Rosso, dove si trova il Desert Breath: 89 coni di sabbia e 89 fori disposti a spirale, intorno a una vasca – che inizialmente conteneva acqua, oggi prosciugata –  che si estendono per circa centomila metri quadrati di deserto. Opera realizzata nel 1995-1997 dal collettivo DAST Arteam.