L’indissolubile legame fra Felice Casorati e Pavarolo

Felice Casorati, Campi, 1954 (scorcio tutt'oggi visibile dei cambi accanto allo Studio-Museo di Pavarolo)
Lo Studio-Museo Casorati di Pavarolo

Un suggerimento di una gita fuori porta fra Torino e Chieri può essere il piccolo borgo di Pavarolo. Sulla collina di Torino, all’ombra della basilica di Superga, è noto per i suoi gradevoli ristoranti e il tipico fritto misto alla piemontese. E fu proprio dopo un pranzo in uno di quei ristoranti che Felice Casorati, uno fra gli artisti più importanti del Novecento, decise insieme alla moglie, anch’essa pittrice, Daphne Maugham, di prendere casa a Pavarolo.

In una intervista rilasciata nel 1961, Daphne Maugham Casorati racconta: “Un giorno, durante una passeggiata in un paesino di campagna, a Pavarolo, vidi una casa che mi piacque e, quasi per scherzo, dissi a Felice: ‘Comprami quella casa’. Lui la comprò”.

Sino ad allora, pur amandosi da tempo, Daphne e Felice vivevano, a Torino, in case separate e proprio la decisione di comprare quella casa li portò a unirsi in matrimonio e a iniziare, dal luglio del 1931, la loro vita insieme.

Da allora il paese di Pavarolo diventerà l’amatissimo luogo di villeggiatura e poi, durante gli anni della guerra, rifugio permanente dell’intera famiglia: della madre di Felice, delle due sorelle e del figlio Francesco, nato nel 1934. Andare d’estate a Pavarolo o solo nel fine settimana, era per tutti una grande gioia e Felice, in taccuini personali dei tardi anni ’50, quando annota “Domenica a Pavarolo con Daphne” aggiunge ogni volta “bellissimo”. Qui trovava una serena calma e la gioia, per lui avanti negli anni, di vedersi accanto, pieno di allegra vitalità, il figlio Francesco con i suoi giovanissimi amici pittori, Nino Aimone, Romano Campagnoli, Mauro Chessa, Francesco Tabusso, Marcolino Gandini. Lo scopone serale con Cagnassone padre e figlio concludeva una felice giornata.

Dall’autunno 2016, per volontà della famiglia e dell‘Archivio Casorati e dell’amministrazione comunale di Pavarolo, è stato aperto al pubblico il piccolo studio che Felice Casorati utilizzava, accanto alla sua abitazione, per dipingere. Molti fra i più celebri quadri del maestro furono proprio realizzati in quel luogo, che oggi è lo Studio-Museo Casorati di Pavarolo, aperto al pubblico, gratuitamente, ogni anno, da aprile a luglio e da ottobre a fine novembre, con mostre dedicate alle opere e alla vita di Casorati e a giovani artisti, che possono trarre ispirazione dai quei luoghi intrisi di storia e di arte.

La prossima apertura 2020 dello Studio-Museo è prevista per il primo fine settimana di aprile, con una mostra di fotografie storiche di Felice Casorati e Daphne Maugham al lavoro nei loro atelier. I visitatori potranno – da aprile a giugno 2020 – scoprire l’amato ritiro di campagna di Casorati e nel contempo cogliere, attraverso queste importanti fonti documentali fotografiche, conservate nell’Archivio Casorati di Torino, degli aspetti, anche intimistici e privati, del maestro al lavoro negli studi in cui ha dipinto: dagli atelier di Padova e Verona, a via Galliari e via Mazzini a Torino, all’Accademia Albertina di Belle Arti, e, ovviamente, lo Studio di Pavarolo. Il titolo della mostra è “IN STUDIO. Felice Casorati al lavoro attraverso le foto d’epoca”.

In attesa della mostra, si può cogliere l’occasione per visitare il borgo di Pavarolo, alla ricerca degli scorci che ancor oggi si possono ritrovare dei più famosi quadri del maestro e fermarsi accanto allo Studio-Museo, nella piccola via del Rubino, al civico 9. Il maestro riposa dal 1963 nel piccolo cimitero di Pavarolo, poco fuori dal borgo. 

Più info su Studio-Museo Casorati e su Comune di Pavarolo.