ARTSCAPES #9, Martí Guixé, “Il design, dalla finestra di fronte”, videointervista a cura di Marco Aruga
Videointervista a Martí Guixé, a cura di Marco Aruga
L’idea viene prima di qualsiasi oggetto. E’ importante il modo in cui guardiamo alle cose, non tanto come le ridefiniamo, senza sosta, alla luce dei nuovi parametri tecnologici, sociali ed estetici, fissandoli in un – illusorio – ideale di forma / funzione. Allenando il nostro sguardo, sfidando le nostre personali convinzioni – e convenzioni – scopriamo spesso l’essenza delle cose, la ridondanza di alcune di esse, e gli spazi inesplorati di uso, di comportamento e di possibilità che ci stanno intorno.
Questo è il pensiero dietro all’opera di Martí Guixé, designer catalano, il cui lavoro sfugge certamente ad una definizione classica.
Ma la parte più stimolante che proviene dalle idee e dalla pratica di Guixé è quella costanza nel richiamare la parte attiva del fruitore/utente (un po’ meno cliente, quindi): i suoi orologi reclamano non solo attenzione, ma vogliono che sia dato un nome, e qualità, alle ore del quadrante, i suoi salvadanai / banche di semi ci fanno pensare su quale sia la “vera ricchezza”, un tappeto è del tutto bianco, ed è da colorare – evocando Pollock ed il suo dripping -, mentre i suoi oggetti ci interrogano su loro uso e funzione, spingendoci a ripensarle, o trovarne di nuove.
Concentrato sui progetti e sui processi – del pensiero, innanzitutto – Guixé scompone prassi consolidate, e indaga le meccaniche della produzione e del consumo, in forte cambiamento.
Riflette sulle pratiche della messa in scena e del rito della scelta, e di come la sua attività si possa inserire in essa e renderla più partecipata, persino più consapevole ed attiva.
L’importanza e l’attualità di queste scelte operative sono testimoniate dall’attenzione che il designer si è guadagnata da numerose imprese di rilievo, per le quali non solo propone prodotti, ma pensieri alternativi ed innovativi. Imprese che sentono la necessità di infoltire ed agitare la trama del loro racconto all’interno della grande narrazionecontemporanea.
Caratterizza questo spirito la frequente scelta di materiali poveri (che quello che conta è altro…), l’attenzione per le scelte ecologiche e di recupero dell’energia, la desacralizzazione degli oggetti, la frequente voluta temporaneità del prodotto/servizio, che in questo caso non evoca il bruciare del consumo frenetico, quanto invece suggerisce l’idea che saranno le vere esigenze a cambiare per prime, rendendo obsoleto ciò che nel frattempo è vissuto il tempo necessario “a servire”.
La forza del messaggio di Guixé è nei suoi segni (a partire dalla sua scrittura/font caratteristica), come nella peculiarità, trasversalità e modernità che lo contraddistinguono. Abbiamo bisogno di mille occhi per guardare all’oggi, e Martí Guixé ci offre il suo sguardo, un po’ ironico, critico e giocoso.
Link
- Il sito di Martí Guixé
- “Critical Design” – Z33 – House for Contemporary Art – 2007
- Martí Guixé on food karaoke, edible objects and techno-tapas
- I confini del design – Martí Guixé: On Flower Power