Per SOUNDSCAPES #36 – FILES – ROAD TO TORINO JAZZ FESTIVAL – a cura di Marco Aruga, Terje Rypdal, “Una chitarra, elettrica ed atmosferica”
La chitarra, innanzitutto: consideriamola un segno distintivo, un trade mark, in realtà la voce di Terje Rypdal. Una Fender Stratocaster, rocciosa e talvolta “epica”, pronta a passaggi “lisergici”. Una chitarra spesso elegiaca e sognante, lirica e sottilmente romantica, ma capace di slanci, tagli netti e fuoco.
Insospettabile, si direbbe, provenendo dalla compostezza e contegno che si riconoscono agli scandinavi, perlomeno nel loro stereotipo. Uno strumento che lascia una traccia riconoscibile e personale, seppur varia ed “ondivaga”, quasi a ricordare le incerte manifestazioni atmosferiche del suo paese, la Norvegia, ed i suoi austeri e remoti paesaggi.
Ma passando oltre il “simbolo” della musica di Rypdal, è proprio invece di quest’ultima che occorre parlare. Il suo linguaggio di improvvisazione, seppur eccentrico rispetto alle ortodossie del jazz — mai conclamate, ossimori per definizione — ne attraversa però con fierezza il “grande mare”, sempre così in tempesta, ed è debitore di influenze diverse, anche classiche. Nel giacimento del contemporaneo agisce proprio l’altra principale vena autoriale del musicista norvegese.
Il suo è uno dei maggiori contributi al “suono ECM”, come si descrive l’atmosfera che caratterizza i lavori dei musicisti storici di questa etichetta discografica, sulla breccia dal 1969, e che va ben oltre i tre secondi di silenzio in apertura di brano, l’impeccabile produzione, l’immagine coordinata ed il clima di fondo. Nel novero di coloro che ne hanno maggiormente condiviso le sorti, Rypdal, a pieno titolo, è tra quelli che ne hanno abbracciato lo spirito generale, che include progetti interdisciplinari, ricorrenti reciproche collaborazioni, la valorizzazione del talento, l’attenzione ai dettagli, ed in sostanza l’animo avventuroso e lungimirante.
Ne sono testimonianza i suoi vari passaggi, da compatti ensemble dai suoni che echeggiano — aggiornandole e dando loro ampio respiro — solidità rock o viaggi progressive, a numerose formazioni orchestrali che si misurano su ambiziose e dinamiche composizioni, per comprendere un’ispirazione d’eccezione, che va “da Hendrix a Ligeti”.
Racconta così, in un “guscio di noce”, la sua storia, che lo vede iniziare proprio con il rock, per appassionarsi ben presto delle praterie più vaste del jazz (in compagnia per esempio di Jan Garbarek, o di George Russell — che lascerà un segno indelebile, forte del suo poderoso approccio teorico, nella musica di improvvisazione scandinava degli anni ’60 —) lasciandosi nello stesso momento affascinare dalle articolate partiture contemporanee.
Un grande contributo alla musica moderna, quello di Terje Rypdal, che abbiamo incontrato durante il TJF – Torino Jazz Festival 2018, di cui era ospite.
Link
Il profilo di Terje Rypdal sul sito di ECM Records
https://www.ecmrecords.com/artists/1435045733/terje-rypdal
Terje Rypdal – 70 år! med Conspiracy – Terje Rypdal, Ståle Storløkken, Nicolai Eilertsen, Pål Thowsen – 2017
https://www.youtube.com/watch?v=Orw8IbeiGkM
Terje Rypdal – Legacy – con Palle Mikkelborg, Paolo Vinaccia, Ståle Storløkken – 2015
https://www.youtube.com/watch?v=_PDb31t49kU
Terje Rypdal, Miroslav Vitous, Trilok Gurtu – 1995
https://www.youtube.com/watch?v=Fd2AvtdFCvQ
Terje Rypdal, Victor Bailey, Billy Cobham – 1994
https://www.youtube.com/watch?v=SyC4JGFYXyI
Terje Rypdal Group feat. Palle Mikkelborg, Håkon Graf, Sveinung “Thunder Thumb” Hovensjø and Jon Christensen – 1978
https://www.youtube.com/watch?v=K975XSJa3Jk
Terje Rypdal Odyssey – 1975
https://www.youtube.com/watch?v=uMEj5FHCZdo
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