SOUNDSCAPES #21, ROAD TO TORINO JAZZ FESTIVAL, Jon Balke, “The Eureka Factor”, videointervista a cura di Marco Aruga.
Videointervista a Jon Balke, a cura di Marco Aruga
Jon Balke è uno dei più originali risultati di quella “new wave” creativa e swingante — nell’accezione certamente più filosofica che letterale — che caratterizza il Jazz proveniente dalla Norvegia, ma diremmo molto meglio quel complesso di stili e proposte che — unite all’origine afroamericana — segna profondamente la scena mondiale della musica libera e improvvisata.
Un fenomeno storico, che lega ormai tre generazioni di musicisti — Balke in quella “di mezzo” — sino a configurare un’onda lunga, degna di essere presa in considerazione come uno dei momenti più alti — tra millennio e millennio — per questa musica.
Il pianista e compositore norvegese non ha lasciato nulla di intentato per mettersi sulla prua di questo movimento, “navigante” ancora in splendida forma, per suggerire rotte, spesso inedite, anche rischiose.
Così troviamo Balke — nel corso della sua carriera — che si misura tra l’altro con un progetto dalla doppia anima, che prevede la presenza, con pari dignità, di un pianoforte classico e di suoni ambientali rielaborati elettronicamente (“Warp”), imprigionando idealmente in una struttura “sintetica” il respiro ortodosso ed educato del grand piano, in un gioco costante di contrasti, rimandi e riflessi acustici.
Oppure proporre l’interazione — dal delicato equilibrio — tra elementi diversi ed ancora più numerosi: sintetizzando in “Batagraf” il suo forte interesse per la musica percussiva (è percussionista egli stesso) e per la world music così caratterizzata, elaborando ancora per “Magnetic North Orchestra” e “Oslo 13” un agile modus operandi, che tenga alto il livello di partecipazione e saldo l’apporto creativo di alcuni tra i migliori musicisti della scena nazionale, nel pieno rispetto della specificità e dell’unicum che rappresenta ogni singolo musicista, sino al “dialogo interculturale” di “Siwan”, un tributo alla poesia andalusa, celebrando i considerevoli esiti culturali e scientifici registratisi in un periodo di coesistenza di tre diverse religioni, e di fatto unendo l’apporto — nel corso del tempo — di musicisti scandinavi ed europei, iraniani, algerini, statunitensi.
Solo per citare parte dei progetti raccolti, curati e diretti da Jon Balke.
Una leggerezza di fondo, una consistente voglia di lasciarsi sorprendere, gli suggerisce una posizione defilata, che gli permette di definire — quindi da outsider — la propria voce, la propria traccia, così come di montare e rismontare meccanismi creativi (ensemble, orchestre e progetti del tutto peculiari) che configurano alla fine uno scenario multiforme, eccentrico, vitale e ricco.
La video-intervista è stata realizzata durante l’edizione 2019 del Torino Jazz Festival.
LINK
Il sito ufficiale di Jon Balke
TJF 2019 – Jon Balke “Siwan” + Ensemble d’archi del Conservatorio di Torino
Batagraf/Tronheim Voices –Live at Nasjonal Jazzscene – 2015
Batagraf/Jaap Blonk – Voss (Norway) – 2009
Jøkleba – Bergen Jazz Forum – 2012