Il racconto di Steve Della Casa

Intervista a Steve Della Casa (realizzata nel mese di febbraio 2020)

D: L’idea di creare delle stazioni multimediali in grado di celebrare il connubio tra il cinema e la città di Torino come nasce?

R: È un progetto curato da Film Commission Torino Piemonte e Museo Nazionale del Cinema, le due massime istituzioni cittadine, che, in collaborazione con la città di Torino e con la Regione Piemonte, hanno deciso di dedicare il 2020 a Torino Città del Cinema. Questa idea nasce dalla considerazione che vent’anni fa sono avvenuti due fatti importanti per la Torino cinematografica: nel 2000 il Museo del Cinema (già operativo dagli anni ‘50) apriva la sua sede alla Mole Antoneliana, monumento simbolo della città, a testimoniare quanto il cinema sia importante per Torino. Nello stesso anno iniziava la sua attività la Film Commission che attira sul territorio tante produzioni cinematografiche e televisive. Questo è l’anno del cinema e nonostante il coronavirus e tutte le difficoltà per Torino sarà, comunque, un anno importante.

D: Qual è l’obiettivo di questo percorso cineturistico e quali sono le tappe che attendono lo spettatore?

R: L’idea di questo percorso è stata quella di valorizzare il fatto che nella città di Torino sono stati girati negli anni, anzi nel secolo, tanti film importanti che hanno fatto il giro del mondo e che contribuiscono non poco al fatto che la città sia conosciuta in giro per il pianeta. Queste venti postazioni, poste in località strategiche di Torino, raccontano ciascuna di esse un film importante girato in quei luoghi. La postazione numero uno è quella in piazza C.L.N. dove è stato girato profondo rosso di Dario Argento, che – come sappiamo – è uno dei film italiani più noti del mondo in cui il maestro dell’horror manifesta tutto il suo talento visivo. Ma ce ne sono altre. Alcune anche sorprendenti. Ad esempio, io non so quanti studenti di architettura sanno che il castello sabaudo del valentino è stato utilizzato come castello della città di Tilsit, situato nella Prussia Orientale, in cui si svolge l’incontro tra Napoleone e lo Zar nel film “Guerra e Pace”, con Henry Fonda e Audrey Happburn, film girato negli anni ‘50 quasi tutto in Piemonte. Nella stazione di Porta Susa è stata messa una postazione che celebra il film Cabiria, primo colossal della storia del cinema, girato nel 1914. Pensate che per quel film, in una Torino che aveva 350.000 abitanti, ci furono 20.000 comparse: un torinese su venti fu coinvolto nel film, una cosa oggi impensabile. E via via così, l’idea è quella. Sono postazioni fatte con un linguaggio molto semplice, pensate non solo per i turisti ma anche per i curiosi. In pochi minuti si riassume la storia di quei film.

D: Ci può svelare qualche curiosità legata alle pellicole girate all’ombra della Mole?

R: Quella più sorprendente riguarda sicuramente il film di Paolo Sorrentino, il Divo, che andò al festival di Cannes nel 2010 dove Tony Servillo vinse anche il premio come miglior attore, dedicato alla vita di Giulio Andreotti; quel film – di ambientazione tutta romana – è girato interamente a Torino. Tutti i palazzi del centro di Torino sono stati coinvolti a rappresentare i palazzi del potere capitolino. Io mi ricordo bene quando fu girato, perché proprio quella pellicola testimonia come Torino possa benissimo adattarsi a rappresentare altre città. A conferma di questo, pensate che sempre a Torino sono stati girati film come “Le cinque giornate di Milano”, “I demoni di San Pietroburgo e la pellicola “Il mostro di Firenze”. Già solo dai titoli possiamo capire che Torino può adattarsi ad essere qualsiasi città del mondo.