“Un’estate in compagnia dell’arte contemporanea”
Sono numerose le opportunità offerte da questa calda estate 2022 di godere del piacere dell’arte contemporanea, in grandi spazi o in luoghi all’aperto.
Sono numerose le opportunità offerte da questa calda estate 2022 di godere del piacere dell’arte contemporanea, in grandi spazi o in luoghi all’aperto.
In città questa opportunità è offerta dall‘Accademia Albertina di Belle Arti, con l’iniziativa Summer Exhibitions.
Si possono ammirare opere, installazioni e video dislocate lungo tutta la Rotonda del Talucchi, Ipogeo compreso, nel cortile, e nelle aule di Scultura, Decorazione ed Anatomia Artistica.
Nel Cortile, una proiezione di cortometraggi dei corsi di Linguaggio Cinematografico e Regia, dal titolo “Absolute Beginners” e la presentazione della Scuola di Cinema, Fotografia ed Audiovisivo.
Il finissage, a settembre, vedrà la presentazione del libro, stampato per i tipi dell’Albertina Press, “I ragazzi di Torino sognano Tokio e vanno a Berlino. Sceneggiatura, cronistoria e filosofia di un cult movie”, dedicato al film di Vincenzo Badolisani sulla scena torinese degli anni Ottanta.
Il volume è a cura di Gian Alberto Farinella, impaginazione di Giorgia di Carlo, contributo storico del direttore Edoardo Di Mauro, che visse da protagonista quegli anni.
La Summer Exhibition è visitabile il sabato, la domenica e nei giorni festivi, esclusivamente con visite guidate che hanno inizio nei seguenti orari 11-15-16,30, fino all’11 settembre.
Le visite guidate partano dalla biglietteria della Pinacoteca Albertina, in via Accademia Albertina 8, e sono comprese nel biglietto di ingresso della Rotonda di Talucchi: intero5 euro / ridotto 3 euro / gratis con l’Abbonamento Musei Torino Piemonte.
Per informazioni e prenotazioni 011/0897370, pinacoteca.albertina@coopculture.it.
Negli ampi spazi del Binario 1 e 2 delle OGR Torino, corso Castelfidardo 22, fino a 22 settembre è visitabile Naturecultures. Arte e Natura dall’Arte povera a oggi. Dalle Collezioni della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT al Castello di Rivoli
La mostra presenta opere in prevalenza della collezione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, acquisite tra il 2000 e il 2021 grazie alla Fondazione CRT: una sinergia che ha consentito a Torino e al Piemonte di costruire, in poco più di vent’anni, una delle più significative raccolte d’arte contemporanea al mondo a disposizione del pubblico. La collezione privata della leggendaria gallerista Margherita Stein, che si faceva chiamare “Christian” Stein, costituì il primo nucleo della raccolta nel 2000; l’ultima opera acquistata nel 2021 è Adjacent Possible di Agnieska Kurant, presente in mostra.
Tra i capolavori in mostra figurano la Venere degli stracci, 1967, di Michelangelo Pistoletto opera cult della counterculture negli anni Sessanta che ha anticipato le tematiche del riciclo dei materiali, e l’Albero di 11 metri, 1969–89, di Giuseppe Penone, che rivela la forma dell’albero da una trave industriale scolpendo attorno ai nodi, fino a The Sovereign Forest, 2012, di Amar Kanwar, che denuncia forme di ingiustizia climatica e sociale, e a un nuovo alfabeto generato da un algoritmo in Adjacent Possible, 2021, di Agnieszka Kurant, creato con pigmenti batterici.
Fino al 22 settembre, giovedì e venerdì, dalle 12 alle 20, sabato e domenica, dalle 10 alle 20. Ingresso gratuito.
Fino al 3 settembre, da A Pick Gallery, via Galliari 15/C,si può ammirare Inside/Outside curata da Refreshink, in collaborazione con Opere Scelte.
La mostra fa parte della rassegna annuale che è nata tra i locali di A Pick Gallery nel 2021 con l’intento di lavorare fuori e dentro la galleria, nei territori urbani limitrofi e non solo. La collettiva è la seconda edizione della rassegna, quest’anno a cura di Refreshink, che vede la partecipazione di 108, CT, Etnik, Mach 505, Refreshink, Reser, Seacreative e Ufocinque.
È proprio questo processo, che porta a esiti del tutto eterogenei, il cuore pulsante della mostra, dove si evidenzia il movimento rizomatico che dai primi interventi con gli spray arriva a originali soluzioni stilistiche dialoganti con l’illustrazione, la grafica, il mosaico, la scenografia, l’informale, il 3D.
Ufocinque passa dalla solidità del muro alla leggerezza delle candide installazioni in carta ritagliata che creano mondi onirici e lontani, come i borghi medievali resi con tratti essenziali ed elementi contemporanei. Inconfondibile lo stile di 108, in un percorso che va dal lettering al numering fino alla sintesi estrema e astratta racchiusa in campiture cromatiche dense di significato. Agli antipodi si collocano i personaggi usciti dalla mente creativa e dalla sapiente mano di Sea creative, grotteschi e ironici, fumettistici quanto basta per potercisi identificare.
Il puro graffiti writing è egregiamente rappresentato da Reser, che con il suo studio infinito e maniacale delle lettere e lo stile fluido e veloce si conferma un vero e proprio ‘maestro’.
Nel lavoro di Etnik, invece, se si ravvisa la fede stilistica al 3D (uno dei principali generi del writing), nello stesso tempo si coglie l’evoluzione verso sempre più sofisticati paesaggi urbani costruiti su solide strutture geometriche che paiono porsi in antitesi alla fragilità umana.
Anche Mach 505 ricorre alla geometria ma per costruire una sorta di ‘mitologia urbana’ composta sovente da animali ancestrali o da soggetti ricchi di riferimenti simbolici.
A completare la straordinaria ‘jam session’ artistica, troviamo le linee decise e impeccabili di CT, un universo nitido di segni che, per analogia o contrasto riescono a dialogare con il contesto urbanistico e architettonico.
Un posto a parte va riservato a Refreshink, artista e in questo caso anche curatore: tanto studio sul campo, una ricerca partita dal lettering, passata attraverso universi figurativi popolati da fiori sensuali e animali fieri e imponenti, che oggi approda al recupero pittorico dell’antica tecnica del mosaico, rivista e reinterpretata in chiave decisamente ‘pop’.”
A luglio e a settembre l’orario di apertura è dal martedì al sabato dalle 15,30 alle 20. Ad agosto la galleria è aperta su appuntamento.
Il PAV, Parco Arte Vivente, presenta fino al 23 ottobre, “Di rame, cera, ferro, glicini e ghiaccio. Elena Mazzi: 10 anni di paesaggi olfattivi, laboratori e conversazioni”, a cura di Marco Scotini.
La relazione tra i territori a rischio e le comunità che li abitano innesca le pratiche di Elena Mazzi, che decostruiscono e contestano le dicotomie epistemiche della modernità, sollecitandoci a pensare un nuovo rapporto ecologico tra natura, cultura e mondo; Mazzi colleziona casi di studio sul campo, luoghi di lavoro, laboratori portatili, mette in opera differenti set di procedure, scambi interdisciplinari, vocabolari indigeni e specializzati, per superare i limiti degli ambiti in cui la conoscenza si è prodotta e si produce.
Mazzi si introduce in ambito artistico, antropologico e scientifico con un approccio “minore”, con un fare rizomatico in cui le circostanze, di volta in volta, fanno emergere i kit di strumenti, i concatenamenti disciplinari e gli interlocutori possibili. L’obiettivo è quello di trovare una risposta non convenzionale alle urgenze ecologiche, all’estrattivismo neoliberista, al collasso delle biodiversità, cercando nuovi immaginari di interconnessione, intersezione e mutua dipendenza, oltre il monopolio cognitivo dei saperi occidentali.
Fino all’8 gennaio 2023, i Giardini della Reggia di Venaria Reale ospitano le sculture di Tony Cragg.
In collaborazione con Tony Cragg, Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea, Torre Pellice/Torino Skulpturenpark Waldfrieden, Wuppertal, Germania.
Nel 2006, in occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Torino, tre altissime sculture in bronzo dalle insolite forme di colonne sinuosamente tortili, con spirali ellittiche che si elevano verso il cielo in un equilibrio che pare precario, svettano a Torino in corso Sebastopoli, proprio di fronte all’ingresso dello Stadio Olimpico, l’ex stadio Comunale, così ridenominato durante le Olimpiadi invernali di Torino 2006.
Per quella occasione la triplice installazione, intitolata Punti di Vista, era stata realizzata su commissione della Fondazione De Fornaris a simbolo dell’evento olimpico da Tony Cragg, uno degli artisti contemporanei inglesi più affermati al mondo, nato a Liverpool nel 1949 e dal 1977 residente in Germania a Wuppertal, dove ha realizzato un grande parco di sculture in cui sono visibili esposizioni e opere di tanti celebri artisti contemporanei.
Dopo 16 anni Cragg ritorna nel territorio torinese, invitato da Guido Curto direttore generale del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, per realizzare alla Reggia di Venaria una mostra che fino all’8 gennaio 2023 presenta una selezione di dieci sculture create tra il 1997 e il 2021, ambientandole all’interno del percorso espositivo permanente della Reggia, a cominciare dalla Corte d’Onore, proseguendo nel Parco Alto dei Giardini della Reggia, per arrivare fino all’atrio delle Scuderie Juvarriane.
Opere di grandi dimensioni, plasmate usando svariati materiali – dal bronzo al legno, dalla vetroresina all’acciaio – tutte connotate dalle tipiche linee mosse e sinuose, che paiono modellate su un gigantesco tornio di vasaio, si riconnettono al genius loci della Reggia in una sorta di ridefinizione post- moderna dello stile Barocco e Rococò.
Parallelamente alla mostra di Tony Cragg viene presentata l’opera Dove le stelle si avvicinano di una spanna in più di un altro grande maestro contemporaneo già presente alla Venaria, Giovanni Anselmo. Questa scultura, pur essendo da diversi anni esposta in permanenza al centro del Gran Parterre dei Giardini, non aveva mai avuto ad oggi una presentazione ufficiale.
Giovanni Anselmo, artista di straordinaria levatura, nasce nel 1934 a Borgofranco d’Ivrea, ma da sempre vive e lavora a Torino. Esponente di spicco dell’Arte Povera e figura centrale di quel gruppo di artisti, in larga maggioranza torinesi (come Mario e Marisa Merz, Giuseppe Penone e Gilberto Zorio), assurti a fama internazionale a cominciare dagli anni ’70 grazie all’impegno intellettuale del compianto critico d’arte e curatore Germano Celant, Anselmo all’età di 88 anni merita un doveroso omaggio. Questo suo lavoro, costituito da sei gigantesche lastre di granito nero, con sopra scandita e incisa in profondità la scritta che dà origine al titolo, rimanda a una sorta di bradisismo alto approssimativamente quanto la misura di una mano aperta; l’opera, su cui si può salire, consente alle stelle, che notte e giorno si avvicendano sulla sua verticale, di avvicinarsi di una spanna in più.
Con questa nuova mostra riprende e si rafforza quel dialogo tra la Residenza di Venaria e l’arte contemporanea che era stato avviato dal primo direttore della Reggia, Alberto Vanelli, con il Giardino delle Sculture Fluide di Giuseppe Penone: nucleo fondante del progetto della Reggia contemporanea.
La mostra è compresa nel percorso di visita della Reggia e dei Giardini
Info www.lavenaria.it
A Cielo Aperto 2022 sono quattro opere d’arte contemporanea, realizzate per i 30 anni della Fondazione CRC, con la curatela scientifica e il supporto tecnico del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.
Il progetto si sviluppa in quattro fasi, la prima delle quali ha preso avvio a fine giugno con la presentazione dell’opera The presence of absence pavilion, 2019-2022, di Olafur Eliasson, allestita presso il Castello di Grinzane Cavour (Alba).
L’opera di Eliasson, che consiste in una scultura formata da un parallelepipedo in bronzo scavato all’interno a rappresentare il vuoto prodotto dallo scioglimento di un ghiacciaio, chiaro riferimento alla crisi ecologica e al riscaldamento del pianeta, è stata realizzata dalla fusione di un blocco di ghiaccio proveniente dal fiordo di Nuup Kangerlua, al largo della costa della Groenlandia, formatosi nel corso di milioni di anni, con strati di neve compressa. La scultura rimanda allo scioglimento della calotta glaciale in Groenlandia che, a causa del riscaldamento globale, perde ogni minuto decine di migliaia di blocchi simili. In The presence of absence pavilion il ghiaccio ormai sciolto è presente solo come assenza o come ricordo. L’opera sarà collocata sul prato al lato del Castello di Grinzane Cavour, non lontano dalla vigna appartenente alla Fondazione CRC, creando un dialogo tra l’azione di erosione dell’acqua sulle colline che ha creato la valle, e lo scioglimento dei ghiacciai.
The presence of absence pavilion rievoca sia la mostra dell’artista Your waste of time tenuta nel 2006 presso neugerriemschneider, in cui blocchi di ghiaccio islandesi sono stati esposti nello spazio espositivo raffreddato, sia l’opera di arte pubblica Ice Watch, in cui dodici immensi blocchi di ghiaccio raccolti da un fiordo fuori Nuuk, in Groenlandia, sono stati posizionati a forma di orologio in spazi pubblici a Copenaghen, Parigi e Londra tra il 2014 e il 2019, e sono rimasti per diversi giorni a sciogliersi lentamente. Le opere di Eliasson sono create per riproporre la potenza degli elementi naturali nonché produrre fenomeni percettivi ed estetici di grande qualità.
Le successive opere previste per settembre e l’autunno saranno di Michelangelo Pistoletto, Otobong Nkanga e Susan Philipsz e verranno collocate a Cuneo, Bra e Mondovì.
Fino al 9 settembre 2022, le esedre di Palazzo Bricherasio, sede istituzionale di Banca Patrimoni Sella & C., ospitano la mostra Sguardi, con sculture di Veronica Fonzo e Flavia Robalo, a cura di Daniela Magnetti e Dina Pierallini.
Formatesi in Argentina, Veronica Fonzo e Flavia Robalo frequentano entrambe l’atelier dello scultore Orio Dal Porto, italiano trasferitosi a Buenos Aires.
Sguardi è un percorso di dialogo silenzioso tra i protagonisti della mostra: occhi liberi di emozionare e emozionarsi. Le figure esposte ritraggono fanciulli, un tema che accomuna la riflessione di Fonzo e Robalo, che proprio da fanciulle hanno iniziato il loro sodalizio, prima personale e poi anche artistico. Ma i bambini creati dalle mani sapienti delle due scultrici appaiono pensierosi, quasi malinconici, ritratti in quella estrema concentrazione dello sguardo che interessa l’infanzia e che poi, nella sua profondità di vedere oltre la realtà delle cose, piano piano si perde con l’età adulta.
L’esposizione delle opere di Fonzo e di Robalo vuole essere una finestra sulla Biennale di Scultura “Nuove Radici 2.0”, ospitata dal 13 agosto al 10 settembre nelle storiche stanze e nell’evocativo giardino di Villa Cernigliaro a Sordevolo (Biella), a cura di Dina Pierallini e Valentina Redditi.
La collettiva di 14 scultori, tra cui figurano le due artiste che espongono a Palazzo Bricherasio, vuole essere una rassegna di caratura internazionale che, con materiali e poetiche diverse, presenta la tematica della figura nella contemporaneità, senza dimenticare i legami con la tradizione.
Nelle sale di Villa Cernigliaro vediamo imporsi il delicato marmo di Giovanni Balderi, il caldo legno di Flavia Robalo che non distingui dai suoi stessi lavori in ghisa, il bronzo che non ti aspetti di Veronica Fonzo, l’uso del marmo quasi sensoriale di Raffaele Russo, l’acciaio specchiante di Daniele Basso, la leggera cartapesta di Consuelo Zatta, la terracotta policroma di Angelo Alessandrini, il tridimensionale plexiglass di Guido Palmero, il cemento forte e fragile di Paolo Barichello, i gessi satinati di Valeria Ferrero, il prezioso mosaico di Ursula Corsi, il ferro e le lamiere di Giorgio Mauri e il classico statuario di Francesco Galeotti, mentre la coloratissima plastica di Carlo Rizzetti rallegra lo splendido parco.
Spostandosi nuovamente fuori Torino, andiamo a Mazzè a vedere all’interno del parco di Villa Occhetti, Indagine VI ’22, mostra scultorea a cielo aperto di Octavio Floreal a cura dell’Associazione Culturale Anabasi e con il supporto del team arte di Pavesio e Associati with Negri- Clementi.
Il progetto espositivo Indagine VI ’22 – il cui titolo fa riferimento al mese e all’anno di inaugurazione della mostra – è il frutto della lunga ricerca artistica di Octavio Floreal che, iniziata nel 1993, lo ha portato a produrre numerosi disegni a matita dal piccolo formato fino a grandi sculture e installazioni in ferro e legno.
Il percorso espositivo che l’artista presenta a Mazzè intesse un dialogo rispettoso e armonico con gli spazi esterni di Villa Occhetti, che si apre al pubblico portando l’arte contemporanea fuori dagli itinerari più tradizionali. Partendo dall’ampio giardino, il pubblico potrà usufruire di grandi installazioni proseguendo poi negli ambienti dell’orangerie, dove le sculture si smaterializzano tra le pareti in un gioco di luci e ombre. La visita si conclude con un passaggio nel viale dei ciliegi, che culmina sulla terrazza panoramica da cui è possibile ammirare dall’alto il paese e il territorio circostante.
Attraverso sculture di varie dimensioni e installazioni ambientali o luminose, dove l’opera materiale si trasforma in pensiero immateriale, Octavio Floreal mira a mettere in evidenza le diverse sfaccettature del sentire, vedere e percepire l’arte e i suoi costanti mutamenti.
La mostra è visitabile fino al 2 ottobre, tutti i fine settimana: sabato dalle 15 alle 19, domenica dalle 11 alle 18. Apertura infrasettimanale disponibile previo appuntamento.